sabato

Si consumava e si andava via

Bianca. Si chiama così.
Con lei, qualche mese fa, una breve storia di sesso.
Ci vedevamo una volta a settimana.
Come un fast food, si consumava e si andava via.
A volte anche anche in piedi, come quando non trovi posto ai tavolini.

A me, a dire il vero, pesava anche quella mezzoretta tra il "dopo" e i saluti.
Perché in fondo non c'era nient'altro di più di un contatto fisico che potesse fare da ponte tra noi.

Poi è andata che Bianca ha conosciuto un tipo. E con questo tipo è nata una relazione.
Quindi, il nostro spassionato vedersi si è interrotto.

L'altro giorno ricevo un messaggio.
"Ciao, ti andrebbe di vederci questa settimana?. Bianca."

Sorpreso.
Pensavo che ritornare "indietro", prima di ritrovarsi spalle al muro, fosse specialità esclusivamente maschile.

Poi qualche ora dopo: "Scusami, il mio ragazzo è ritornato. Ci eravamo lasciati. Meglio non vedersi, scusa capiscimi ma la storia con lui è più inportante".

Bianca, io di capire capisco perfettamente.
Ma... "inportante"?!.
Eddai...

martedì

Sette

Sette rotatorie da casa a lavoro.
Sette!
Scala marcia, frena, coda, riparti, accelera, cambia, frena... sette volte.
Dicono che il pensiero positivo sia un esercizio quotidiano. Beh, sette rotatorie sono meglio di sette semafori.
Bene, per oggi con il pensiero positivo è andata.

sabato

Pensavo che sarebbe passato

Giulio sta bene in ufficio, immerso nel suo nuovo lavoro. Poi quando a sera finisce, va a casa di Samuele, che con il tempo diventerà anche di Giulio. Casa di entrambi insomma.

Gli ho mandato un messaggio “vorrei proprio vederti a lavoro, felice come un bambino che ha avuto il suo giocattolo”.

Quell’altro invece è rimasto una bozza che cancellerò. Diceva “Mi sono perso. Pensavo che sarebbe passato poi così da solo. La primavera, sai, porta quel respiro di ottimismo gratuito di cui c'è bisogno. E invece è solo un casino e io sono solo. Mi manchi”.

domenica

Bisogna avere lo stile

- Chiara, basta mi sono stufato, sai cosa penso...
- Cosa?
- Voglio entrare in una band. Sarò la voce. Voglio fare rock 'n roll.
- Ma per favore, ti sei visto?
- Che ho?
- Appunto, niente! Niente di un rocker! guardati sei vestito da impiegato. Non basta la voce, bisogna avere lo stile e non ce l'hai.

Come si fa a farsi uno stile? Da dove si comincia?
Ma 'sti qui poi dove li comprano i vestiti per fare rock?

Vabbè basta, farò qualche altra cosa.

giovedì

Tempismi svizzeri

Si fa presto che uno scenario leggermente imbarazzante, diventi una situazione piuttosto fastidiosa.
E mi riferisco a quei due al piano di sopra.

Patapum e patampam, questi ci vanno dentro ogni sera da quasi due settimane. Cioè da quando lui è venuto a stabilirsi da lei. E per l'appunto è venuto a stabilirsi sopra la mia testa.

Il fatto è che la riservatezza non è nel loro essere.
E questo vuol dire che da qui sotto potrei fare la radiocronaca minuto per minuto di quanto succede sopra.

Alzerei anche un po' la musica (la mia dico), se non fosse che quel ripetuto sbattere dello schienale del letto, contro il muro, non coprisse anche la più cattiva batteria di metallo pesante.

E alla fine la solfa termina con lui che rantola come un bue investito su una strada statale e lei che, pure, allo stesso tempo, reinterpreta la scena clou del film "l'esorcista".

Che tempismi svizzeri e quanta solidarietà in questo stabile!



sabato

Come cavoli a merenda

Ho per un attimo pensato di baciare Sabrina.
Le ho dato uno strappo verso casa a fine serata,
come altre volte è capitato.

Solo che le altre volte il pensiero non mi è neanche sfiorato.
Una ragazza carina per carità, ma ci sono persone per cui certi scenari non si prendono neanche in considerazione, come cavoli a merenda.
Non ci sentiamo, non ci vediamo. Frequentiamo solo lo stesso gruppo.

Eppure, l'altra sera boh.
Due chiacchiere in scioltezza nel tragitto di ritorno.
Poi qualche attimo di silenzio prima di salutarsi.
Uno, due sguardi. Quasi imbarazzo.
Alla fine ho rotto con "ciao Sabri, buonanotte... alla prossima".
Mi ha salutato, è scesa dalla macchina ed entrata nel portone di casa.

Sono ripartito pensando "le ho guardato le labbra... ancora un poco e avrei dato un bacio a Sabrina".
Ho avuto la sensazione che appena chiuso il portone, abbia appoggiato le spalle e si sia detta "che stava succedendo?"

Disperato bisogno d'amore?! Improvvisa voglia di baciare qualcuno?
Sarebbe stato un bacio con la carica di tanta dolcezza inespressa, penso, o forse senza dolcezza, con respiri che si sarebbero fatti frenetici. E allora poi sarei salito sopra, le avrei fatto cadere le spalline della maglia, le avrei baciato i seni, sbottonato i jeans e l'avrei presa con foga. Fino all'orgasmo: inaspettato, improvviso, esplosivo.

Non lo so.
Sono quei momenti in cui tutto è possibile e allo stesso tempo così impensabile.

Quando sono ripartito ho acceso la radio in macchina per spezzare il silenzio, non volevo pensarci ancora, come non voglio pensare ai cavoli a merenda.

mercoledì

Io inseguo l’oro

Fondamentalmente mi chiedo come si fa a scegliere una donna e scegliere di rimanere con lei per sempre.
E sì che lo sono stato innamorato. Ma poi arriva quel momento in cui “cacchio che schianto quella”. Anche se non la conosci. E anche se a conoscerla “sarebbe stato meglio rimanere con il dubbio”.

Sarà che in questo non colgo gradazioni di grigi, solo bianchi e neri. Sarà un’ottica iper-razionale, ma per come la vedo, ad un certo punto si fa una scelta.
Per alcuni è “dove troverei un’altra che sceglierebbe di stare con me”, per altri è “forse potrei ambire a qualcosa di più”.

Sono vorace nei rapporti come lo sono a lavoro.
Più benefits, più sfide, più successi, più compensi.
Io inseguo margini di guadagno.
Mi rode ammetterlo e mi chiedo come sia diventato così.

E non che non lo desideri, rientrare in casa e trovare un sorriso nel volto di chi sta dalla tua parte anche quando il mondo è dell’altra.
Ma poi una mattina esco per andare a lavoro e bloccato in un ingorgo biblico, tra un concerto di clacson e di sirene spiegate, un angelo attraversa la strada a piedi e passa proprio davanti la mia macchina.
Nell’immobilità del momento, penso che potrebbe essere “Lei”, oppure "Lei" potrebbe essere un angelo ancora più radiante; una dentro la sua macchina, come me imbottigliata nello stesso ingorgo, sintonizzata sulla stessa frequenza radio, in un lunedì grigio per tutti.

Non importa chi. C’è... che Lei è lì.
E’ lì da qualche parte, ed è ancora da conoscere!
E’ questo è un pensiero che fa persino di un lunedì, il giorno zero delle più fantastiche delle avventure: la ricerca dell’oro.
Io inseguo l’oro.

domenica

Anna riempie spazi

Anna riempie spazi,
Anna quanti pensieri
che non trovano parole.

Anna non vuol stare sola.
Anna vuol andar lontano,
quanto è bello uscire e perdersi in città.

E i giorni passano anche di lì,
Anna un primo appuntamento,
Anna un bacio che lasci il segno.

Poi inizia un nuovo libro,
forse c'è un lieto fine.
Anna stesso viso,
Anna bel sorriso.

[Ascoltando "Anna e Marco", omaggio a Lucio Dalla]


sabato

Le giornate si allungano

Le giornate si allungano, sole alto la mattina, la luce è già più calda.
La primavera alle porte.
E di sabato viene di nuovo voglia di mettersi in macchina e addentrarsi nella campagna.
Alla radio, “Lately” degli Skunk Anansie.