domenica

Ma cosa importa ormai?

Ho visto le sue foto.

L’ho vista mandare bacini.
L’ho vista ammiccare.
Ho visto gli occhi suoi. E ci ho visto tanta timidezza dentro.

E così l’ho aggiunta su Facebook.
E’ nella lista delle “occasioni perse”.
Ma cosa importa ormai?

lunedì

Si può inseguire un arcobaleno?

L’arcobaleno più vivo e intenso che abbia mai visto: oggi!

Ero da poco uscito da lavoro.
Guidavo.
E' comparso proprio davanti a me.

Un ponte iridato così grande che poteva unire due paesi, due popoli, due diversi modi di pensare.

Alle code dei semafori, un po’ tutti ne approfittavamo per sbirciare dal parabrezza.
Qualcuno ha accostato e con la fotocamera del proprio cellulare, ne ha strappato un pezzo per sé.
Qualcun altro invece lo ha confezionato con cura in un mms e lo ha donato a un amore lontano.

Ho preso la tangenziale in uscita e mi sono diretto verso la periferia, dove i palazzi diventano piccoli e si rimpiccioliscono, fino a perdersi completamente in aperta campagna.

Mi sono fermato in una piazzola di sosta.
Davanti vedevo l’inizio e la fine dell’arcobaleno.

Ho ingranato la prima e sono ripartito con uno scatto.
Volevo andare ai piedi dell’arcobaleno.
Volevo entrarci dentro. Volevo toccarne i colori. Volevo approfittarne prima che si dissolvesse e non ne restasse più traccia.

Due rotatorie poi un incrocio e c’ero quasi.
Mi sarebbero bastate ancora poche centinaia di metri e una traversa a sinistra sul rettilineo su cui avanzavo spedito.
Ho proseguito ancora un po’ diritto, finché non mi è sembrato, ad occhio, che fosse molto più lontano di quanto pensassi.

Ho staccato dalla leva del gas e ho rallentato fino ad arrestarmi del tutto.
Ho fatto inversione a U e mestamente sono ritornato indietro per recuperare la strada verso casa.
Mi sono allora chiesto dubbioso: “Si può inseguire un arcobaleno?”

Mi sono sentito quasi sciocco. Sciocco come quando da piccolo, nel sedile posteriore della macchina, guardavo la luna ed ero convinto che ci seguisse.

Quanto dura un’amicizia?

Quanto dura un’amicizia?

Qualche anno? Una stagione? Il tempo di una chiacchierata?

Una chiaccherata di una sera d’estate passata sotto casa a parlare di baci, sesso, lavoro e ancora una volta della faccia della prof. di fisica quando il Dessi della 4C irruppe in aula durante la lezione; portava in mano un estintore e cantava il jingle dei ghostbuster. Scomparve dietro una fumata bianca di CO2 a bassa temperatura. Che idiota.

Giulio e io siamo lontani, adesso.
Lontani rispetto a come eravamo vicini quella sera d’estate di un anno fa.

Mi ha detto che cercherà se stesso altrove. Sta pensando di trasferirsi all’estero.
Vuole seguire un istinto.
Christian, “l’istinto” di Giulio, ha trovato lavoro a Londra.

Stasera prima di andare a letto ci sarebbe da portare fuori il cane e nell’attesa che finisca di fiutare tutti gli alberi della pineta, accendere una sigaretta e ascoltare i rumori della notte.
Il fatto è che non possiedo un cane.
E a dire il vero nemmeno fumo.

martedì

Ti va di andare al mare domani?

Eravamo seduti fianco a fianco in un divanetto.
La musica era abbastanza distante da poter parlare con la giusta inflessione, senza gridare insomma.
vieni a prendere qualcosa da bere?” le chiesi.
Mi aveva seguito.

Mi era stata presentata la sera stessa.
Di certo non ci avevo perso la testa, ma la tipa era carina.

Abbiamo bevuto un cocktail e abbiamo parlato un po’.
Il più, il meno e una domanda. La mia.
- Ti va di andare al mare domani?
- Mi piacerebbe ma… parto domattina.

Il suo breve soggiorno era finito.

Non rimaneva che darsi bacio. Un bacio d’addio, un bacio d’arrivederci, un bacio per chissà quale significato. Nessuno, semplicemente. Un bacio!

Ho tentennato.
Ho rimandato.
Ho seguitato, secondo dopo secondo nel fare quello che ci si aspetta da un uomo.

I secondi si son fatti minuti.
I minuti si son fatti secoli.
Finché non ci hanno scovato i suoi amici, che sono anche i miei amici.
E’ ora di andare”.

Merda.

Ti aggiungo su Facebook” mi ha detto prima di salutarmi.

venerdì

sei felice adesso?

E poi a parte i trascorsi poco felici con Alessia, quelli fatti di ripicche e piccole vendette morali, ho sempre avuto grosse difficoltà a considerarmi "amico" delle mie ex.

Non ho mai chiesto ad una ex se fosse fidanzata o se frequentasse qualcuno.
Evito sempre quegli argomenti come se si parlasse di vomito e dissenteria a cena.
Basta anche solo questo "taboo" a dirmi che non è il tipico fare di un amico.
Un amico non ha problemi a chiedere di tutto, anzi un amico ti chiede di tutto!

Se sono stato lasciato, non mi interessa nemmeno conoscere la risposta alla domanda più inflazionata tra ex: "sei felice adesso?".
Orgoglio? Invidia? Non so.

Sono sicuro di una cosa: hanno coniato il termine "ex". Devi esserci un perché!