mercoledì

Coi piccioni sulla testa

Ilene mi è entrata in testa e non ne esce più.
E pensare che non c'è stato niente.
Continuo a sentire tutte quelle gentilezze non dovute, i sorrisi per non aver capito e i "can I take a picture of you?" come fossi un pezzo di Italia.

Mentre lei girava intorno e leggeva la guida, mi sono seduto sui gradini della chiesa e ho pensato a quanto mi aveva appena raccontato a pranzo.
Nata in Ucraina, poi il master in USA, un ex amore a distanza in Germania, un nuovo lavoro in Spagna... mi sono sentito una statua di marmo come quelle che a decine adornano questa città. Per la prima volta mi sono sentito fisso, ancorato, immobile e davanti a così tanto dinamismo mi è sembrato patetico crescere, vivere e morire nella stessa città: la sveglia alle 7, la coda allo stesso semaforo, il caffè ristretto alla macchinetta al terzo bottone dall'alto, il parcheggio esterno o parcheggio interno al supermercato.

Con la mente ero oggi per metà a lavoro e per metà altrove. In una vita londinese o americana, immerso di conoscenze da tutte le parti del mondo e party serali. Ok sì... sicuramente tutte conoscenze superficiali ma ricche di diversità, che rafforzano il proprio "essere" e non ti fanno sentire una scultura in pietra, sempre lì, ferma, coi piccioni sulla testa.

1 commento:

  1. Non ricordo un solo giorno presente mentalmente in un unico posto, l'alterità che è in noi si nutre di fuga...mi hai fatto venire in mente la foto fatta a Venezia...guarda un pò http://inpuntadiparole.blogspot.it/2013_02_01_archive.html

    sarà pure una scultura in pietra ferma e coi piccioni sulla testa ma ha una bella mano protesa : altrove.....

    RispondiElimina