martedì

Mi chiedo quale sarà il terzo

Un altro tappo di spumante di quelli importanti.
Nella parte inferiore ho impresso la data con una penna a inchiostro.
"Marzo 2013 - Prima cena nel bilocale".
Non è casa di mia proprietà, però ne valeva sicuramente la pena festeggiare.

Per l'occasione tutti i migliori amici qui riuniti. Cinque. Cinque amici.
Perché puoi anche conoscere centinaia di persone, ma alla fine quelle per cui ti senti di donarti, nell'atto di servire loro il piatto a tavola, sono solitamente meno di un servizio da sei.

Adesso c'è un secondo sughero accanto quello stappato tre anni fa per l'acquisto della macchina nuova.
Mi chiedo quale sarà il terzo e quanto bollicine dovranno salire a galla.

Ci senti il tuo odore già dentro

Ho altre visto case prima di questa.
Sono entrato ho chiesto dei mobili e mi è stato risposto "ah ecco volevo dirti che i mobili vanno via con l'inquilina. Rimane la cucina, quella cassa panca e ti troveremo un letto".
Certe volte mi viene voglia di mettere in un pausa la scena, girarmi verso la telecamera e dialogare con il pubblico come nei migliori film di Woody Allen.

Quando sono entrato in questa casa invece non ho avuto il benché minimo dubbio.
Certe case ti parlano. Ci senti il tuo odore già dentro.
Ho detto sì su due piedi e ho firmato tutto quello che c'era da firmare.

Non prima della mia figurina.

- "Ci servirebbero reference... capisci..." (ammiccante).
Uhmmm, no non avevo capito, ma non potevo mica chiedere la domanda di riserva, quindi:
- "ooohh sì certo.. oh oh oh (risata babbonatalica)... non ci sono problemi, sono un maniaco della pulizia, avrò cura della casa, con il proprietario della precedente sono in buonissimi rapporti e... bla bla bla"
- "Ehmm no, temo ci sia un malinteso... intendevamo che dovrebbe portarci il suo contratto di lavoro e la sua ultima busta paga".

Ah!
Quando anche la vergogna per essere stato un ingenuo passa in secondo piano...

PS: È una sensazione sgradevolissima farsi ravanare le tasche per poter ottenere questo grande privilegio di pagare un salasso di affitto mensile. Mi sembrava superfluo aggiungerlo, ecco.



lunedì

Il mio momento

Eccomi. Dopo una lunga assenza.
Sentivo davvero il bisogno di tornare.

Come mi hanno detto da più parti: "era il mio momento".
Per questo motivo non ho scritto.
È il tuo momento quando cavalchi la cresta dell'onda e allora non c'è neanche tempo per fermarsi un attimo per riflettere e buttar giù due righe.
È così che dovrebbe essere la vita. Sempre.

Sono stato travolto da cambiamenti positivi.
Il fatto che adesso scriva in una nuova casa è uno di questi.
Sono ancora circondato da scatole di imballaggi e pallottole di scotch marrone sul pavimento.
Ma ce la farò a disfare tutti i pacchi, ce la farò!

Ho lasciato la vecchia casa che condividevo con altri figli della crisi e adesso inzio a godermi la mia conquistata indipendenza dentro le mura di un moderno bilocale.
Indipendenza... o solitudine? punti di vista insomma!

I traslochi in solitaria, ho scoperto, sono un po' tristi.
Sarà perché imballando passano per le mani i ricordi di una vita.... una vita fa intendo, o anche due.
Sarà perché "le grandi manovre" taciturne portano con sè meditazione e riflessioni.
Sarà perché portando via tutto il vissuto, rimane il retrogusto amaro del vuoto che resta, che poi è una delle più note metafore della vita.

Però sono stato bravissimo.
Ho fatto tutto da solo, perché così avevo deciso.
Perché semmai fosse stato stancante (e lo è stato) avrei baciato questa mia croce.
Che può sembrare un pensiero scemo, ma non lo è.
Viviamo di convinzioni e di simboli di cui queste convinzioni si alimentano.
Traslocare da solo era un simbolo. Anche se forse, pensandoci, lo è molto di più pagare l'affitto ogni 5 del mese.

La casa ha tutto quello che un uomo single, varcati i 30, potrebbe volere.
Oggetti di design, un armadio a sei ante, una doccia con getto ad idromassaggio, un divano di pelle bianca, un router wireless, il posto auto riservato e la finestra su un giardinetto ben curato. L'anziana vicina che mi dà del lei e mi chiama "Dott." mostrando una riverenza d'altri tempi.
Certo, ci sarebbe ancora tanto da fare: un microonde, un TV 40 pollici con abbonamento satellitare, l'impianto dolby-sorround, il climatizzatore per il periodo estivo, il porta cravatte, la donna delle pulizie.
Beh insomma, piano piano.

Un pensiero però mi passato per la testa mentre come una formichina facevo su e giù per le scale con gli scatoloni in mano.
Mi piacerebbe condividere tutto questo.
Potrei rinunciare al design, al megaschermo, a tutto il resto.
Potrei essere felice anche senza sofisticazioni.
Ci inventeremmo lo spazio di una culla, faremmo della famiglia la nostra vera casa.

Sono davvero sorpreso di me stesso.
Questo trasloco mi ha messo a dura prova.
Vado a letto.