sabato

Forse un giorno lo capirai

Rimuginando ancora sull’impossibile rata da 800 euro al mese, per un impensabile mutuo casa, mi sono chiesto allora cosa ne pensasse Giulio.
Mi sono chiesto cosa ne pensasse Giulio dell’ambizione che ne è scaturita, di diventare uno di quelli che gli anglofoni chiamano “self-made men”: la giacca appesa al finestrino posteriore, la città da bere, i salotti buoni e l’instancabile ritornello “io mi sono fatto da solo”.

E allora ho avuto la sensazione di avere davanti non Giulio, ma “Andy il matto” di “Hollywood” dei Negrita… Andy il matto.. quello che è ventanni che è lì, che ti dice che va bene così, che tanto tutto è troppo e basta quel che hai e forse un giorno lo capirai.

giovedì

Migliori in un qualcosa, che sia uno, e uno per tutti

Ci han detto che domani è il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
E se non ce l’avessero detto, probabilmente, neanche l’avremmo saputo.
In fondo, viviamo tutti i giorni come se quest’Italia, proprio questa, esistesse da sempre o non esistesse da mai. Perché è lì, con la sua copiosa sagoma, sin dai tempi degli etruschi, dei greci, dei romani, e di Dante, di Leonardo, di Galileo e di Mazzini e la Giovine Italia.
E uniti o no, da lì noi veniamo. Poco importa che fossero imperi, comuni, regni e persino granducati.

Ciò nonostante, non credo che non ci sia niente da festeggiare.
Io credo, invece, che ogni occasione sia buona, se può farci sentire più forti, se può farci sentire migliori.

Migliori in un verde.
Migliori in un bianco.
E ovviamente, migliori in un rosso.

Migliori in un qualcosa, che sia uno, e uno per tutti.
Un inno.
Un eroe.
Un discorso. Non uno qualunque. Uno di quelli che fanno storia.

Il discorso del Calamandrei, ad esempio. Il discorso del Calamandrei è uno di quelli che resta.
Entra nella mente e arriva fino al cuore. E te lo porti dentro, da italiano, ovunque tu vada, dovunque tu fugga.
Oggi è l'occasione buona per rileggerselo.

"[...] In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, tutte le nostre sciagure, le nostre glorie.
Sono tutti sfociati qui in questi articoli e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2 “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;
o quando leggo nell’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle altre patrie…ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8: “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”, ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo!;
o quando nell’art. 53 io leggo a proposito delle forze armate: “l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, esercito di popolo; ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria!
Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…
Ma ci sono anche umili voci, voci recenti!
Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ad ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. "

Buon Compleanno Italia!

sabato

Ho cercato di trovare una spiegazione che potesse andare

La delusione generata dall’argomento “casa” mi ha segnato, mi ha ferito, mi ha privato.
Me lo disse anche Mara, una delle ultime volte, prima che tra me e lei mettessimo un punto (e a capo) :
non sei più lo stesso e non te ne accorgi”.
Lo disse con una vena di tristezza e glielo lessi negli occhi. Negai e mi innervosii.

Ma il fatto è che Mara aveva ragione.

Mi sento costretto a rinunciare al sogno di comprare una casa.
Ho cercato di trovare una spiegazione che potesse andare. Ma non ne ho trovato nessuna.
E non ho tuttora risposte alla domanda: “Chi ha deciso che uno stipendio debba valere poco più di 1000 euro, e una casa debba valere una rata mensile di 800 per 30 anni?”.

Ma non mi sono arreso.
Come spesso capita, è nata una reazione cattiva.
Ho dei progetti. Ho cominciato a lavorarci. Sto lavorando il doppio di quanto non facessi già. Forse alla fine dei conti non servirà a niente, ma non importa.
Bisogna provarci.

domenica

Pensando, per l’ennesima volta, che non ha capito niente

Non essere compresi è demoralizzante.
Se a non comprenderti è il tuo barbiere allora può essere davvero frustante.

E così ritorno a casa, pensando, per l’ennesima volta, che non ha capito niente.
Nel tragitto spero di non incontrare nessuno che io conosca. Sarebbe alquanto imbarazzante.
L’unico rimedio è ficcare la testa sotto il getto d’acqua per rimettermi ai prodigi di un phone e ai miracoli del gel a tenuta forte.

Giulio dice che la pettinatura che il mio barbiere mi applica, corrisponde al modo che il barbiere ha di vedere la mia persona.
Spero tanto che gli altri non mi vedano come mi vede il mio barbiere!

martedì

Pensavo di avere un piano B

Credo di aver perso tanta della mia fiducia sul futuro quando ho mosso il primo passo verso la realizzazione di un sogno: comprare una casa.

Una casa tutta mia intendo, un posto al mondo insomma.
Non che abbia grosse aspettative, mi accontenterei anche di quello che in molti definirebbero “un buco”. Purché sia un “buco” grazioso.
Un angolo di mondo con le tende alle finestre, un tappeto tra il divano e la libreria, una piantana a luce tenue regolabile.
Il minimo insomma.
Prenderei poi un servizio di piatti a forma quadra per la cucina, le bacchette profumate in bagno e un impianto stereo in sala.
Coi giusti tempi penserei infine al forno, il futon in camera e l’abbonamento al National Geographic Channel.

Ma anche i sogni si spengono davanti una proiezione di 800 euro al mese per trentanni. L'impiegato, il family banker si chiama così, ha pronunciato la mia condanna.
Non ce la posso fare, non mi è permesso. Anche eliminando tutte le cene fuori e gli acquisti fuori budget, il mio stipendio non me lo consentirebbe.

Non da solo.

Pensavo che se un giorno dovessi rimanere con il mio vuoto… beh ecco, io pensavo di riempirlo con abiti firmati, una moto sportiva e camminando a pieni nudi sul parquè di casa.
Pensavo di avere un piano B.
Pensavo di avercelo, pensavo di meritarmelo.
Pensavo.