Una volta, durante un sogno, ho scritto un romanzo.
Un romanzo tutto d’un fiato. Dal prologo alla conclusione, colpi di scena inclusi.
Prendeva vita da solo e io mi dicevo “sarà una figata”.
Non ricordo nulla di quel romanzo. Si è dissolto, come si dissolvono i sogni.
Ricordo solo che è successo. In una notte, non so quale fosse.
Ci ho pensato diverse volte. Ho cominciato anche a dubitare che io non abbia sognato il romanzo, ma che abbia sognato di scrivere un romanzo.
C’è una sottile differenza, ma fa la differenza.
In fondo come si fa a stabilire cosa in un sogno è reale e cosa è appunto un sogno?
La mattina seguente ho ricordato di aver sognato di aver scritto un romanzo, ma non ricordavo il romanzo.
Ricordavo di aver detto, nel sogno, “sarà una figata” ma forse ho solo sognato la sensazione che fosse una figata. Forse non c’è stato mai nessun romanzo, nessuna trama, neanche l’ombra.
Eppure può succedere. E se per una notte, solo una, avessi avuto in testa la storia, che a pubblicarla, sarei diventato famoso?
Non è impossibile.
Paul McCartney!
Una mattina Paul McCartney si sveglia e corre al pianoforte a suonare un pezzo.
Immagino come l’abbia fatto, mi sembra di vederlo. Senza neanche dire “buongiorno”, scapigliato, con gli occhi semichiusi e la bocca impastata. Con l’ansia di non riuscire ad acciuffare qualcosa che in pochi minuti svanisce come neve al sole, come un’ispirazione, come un sogno appunto.
Il primo pensiero di Paul fu “è mia o ho riprodotto una canzone che ho già sentito da qualche parte?”. Dopo qualche ricerca, fu chiaro, si trattava di un inedito. Si trattava di Yesterday.