sabato

Come cavoli a merenda

Ho per un attimo pensato di baciare Sabrina.
Le ho dato uno strappo verso casa a fine serata,
come altre volte è capitato.

Solo che le altre volte il pensiero non mi è neanche sfiorato.
Una ragazza carina per carità, ma ci sono persone per cui certi scenari non si prendono neanche in considerazione, come cavoli a merenda.
Non ci sentiamo, non ci vediamo. Frequentiamo solo lo stesso gruppo.

Eppure, l'altra sera boh.
Due chiacchiere in scioltezza nel tragitto di ritorno.
Poi qualche attimo di silenzio prima di salutarsi.
Uno, due sguardi. Quasi imbarazzo.
Alla fine ho rotto con "ciao Sabri, buonanotte... alla prossima".
Mi ha salutato, è scesa dalla macchina ed entrata nel portone di casa.

Sono ripartito pensando "le ho guardato le labbra... ancora un poco e avrei dato un bacio a Sabrina".
Ho avuto la sensazione che appena chiuso il portone, abbia appoggiato le spalle e si sia detta "che stava succedendo?"

Disperato bisogno d'amore?! Improvvisa voglia di baciare qualcuno?
Sarebbe stato un bacio con la carica di tanta dolcezza inespressa, penso, o forse senza dolcezza, con respiri che si sarebbero fatti frenetici. E allora poi sarei salito sopra, le avrei fatto cadere le spalline della maglia, le avrei baciato i seni, sbottonato i jeans e l'avrei presa con foga. Fino all'orgasmo: inaspettato, improvviso, esplosivo.

Non lo so.
Sono quei momenti in cui tutto è possibile e allo stesso tempo così impensabile.

Quando sono ripartito ho acceso la radio in macchina per spezzare il silenzio, non volevo pensarci ancora, come non voglio pensare ai cavoli a merenda.

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