L’arcobaleno più vivo e intenso che abbia mai visto: oggi!
Ero da poco uscito da lavoro.
Guidavo.
E' comparso proprio davanti a me.
Un ponte iridato così grande che poteva unire due paesi, due popoli, due diversi modi di pensare.
Alle code dei semafori, un po’ tutti ne approfittavamo per sbirciare dal parabrezza.
Qualcuno ha accostato e con la fotocamera del proprio cellulare, ne ha strappato un pezzo per sé.
Qualcun altro invece lo ha confezionato con cura in un mms e lo ha donato a un amore lontano.
Ho preso la tangenziale in uscita e mi sono diretto verso la periferia, dove i palazzi diventano piccoli e si rimpiccioliscono, fino a perdersi completamente in aperta campagna.
Mi sono fermato in una piazzola di sosta.
Davanti vedevo l’inizio e la fine dell’arcobaleno.
Ho ingranato la prima e sono ripartito con uno scatto.
Volevo andare ai piedi dell’arcobaleno.
Volevo entrarci dentro. Volevo toccarne i colori. Volevo approfittarne prima che si dissolvesse e non ne restasse più traccia.
Due rotatorie poi un incrocio e c’ero quasi.
Mi sarebbero bastate ancora poche centinaia di metri e una traversa a sinistra sul rettilineo su cui avanzavo spedito.
Ho proseguito ancora un po’ diritto, finché non mi è sembrato, ad occhio, che fosse molto più lontano di quanto pensassi.
Ho staccato dalla leva del gas e ho rallentato fino ad arrestarmi del tutto.
Ho fatto inversione a U e mestamente sono ritornato indietro per recuperare la strada verso casa.
Mi sono allora chiesto dubbioso: “Si può inseguire un arcobaleno?”
Mi sono sentito quasi sciocco. Sciocco come quando da piccolo, nel sedile posteriore della macchina, guardavo la luna ed ero convinto che ci seguisse.