venerdì

Quel silenzio che rimane quando una persona recita un addio

Eravamo seduti ad un tavolo. Si beveva la solita birra. Ed è arrivata Margherita.
Io tenevo nel palmo di una mano un pugno di noccioline salate, con l'altra le mangiavo.
E' arrivata e ha chiesto l'attenzione di noi tutti. “Scusate, solo 5 minuti” ha detto.
5 minuti per salutarci.
Dopo le ultime vicende e le litigate, la misura era evidentemente colma.

Ha iniziato con il tono di chi ha pianificato un addio e lo ha pianificato eliminando ogni traccia di rancore.
Fredda razionalità nel rimarcare, che dopo anni di avventure passate insieme, fosse arrivato il momento di proseguire su strade diverse.
Ha avuto un pensiero per ognuno di noi e l'augurio che questa comitiva continui unita ancora per tanto altro tempo. Non sembrava neanche la stessa di quella delle ultime litigate, delle urla davanti a tutti, delle offese gratuite. Ci si sarebbe aspettati il classico fragore di una porta sbattuta, a dover immaginare quel momento.

Poi le è scesa qualche lacrima di nervosismo, nel ripercorrere e sorvolare sui fatti delle ultime settimane. Ha guardato in alto, ha spostato la pupilla all’insù per trattenere con ogni forza tutte le lacrime che poteva, e ha ritrovato così il controllo di quello sfogo e di se stessa.
E' andata via quando ho finito le noccioline e in mano non è rimasto che sale. Sale fine e dal gusto pungente
Ho guardato gli altri. Gli altri ammutoliti si sono guardati tra loro.
Ho strofinato le mani per mandare via il sale. Ho bevuto un sorso per portar sollievo alle mie gengive incazzate.

Quel silenzio che rimane quando una persona recita un addio e va viene nervosa da un gruppo... quel silenzio fa un certo effetto.
Fa un certo effetto se nessuno proferisce parola. Se non viene spesa una parola d'obbiezione, se qualcuno è persino soddisfatto.

Ho riempito il palmo di noccioline, “altre due e poi basta” mi sono detto, "altre due e torno a casa".

6 commenti:

  1. chissà cos'avrà pensato, una volta uscita...

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  2. Si sarà sentita liberata di un peso oppure con la sensazione di aver fatto una grossa cazzata. Forse entrambe le circostanze allo stesso tempo.

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  3. ....tanti puntini di sospensione, forse tanti quanti i passi di un ritorno...
    difficile annunciare una dipartita quando ti grava pesante sul cuore la necessità d'una separazione, anche perchè magari non sai dove vogliono andare i tuoi passi e stazioni su una posizione come isola che galleggia mentre le tue intenzioni sono già fuggite su un'imbarcazione di fortuna in preda a inaspettate forze centrifughe...

    scusate per la divagazione...mi è venuta fuori così, ditemi pure se è il caso di fuggire :)

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  4. E' quando ti grava pesante sul cuore che la separazione diventa una personale sfida a "stare bene anche senza".
    La necessità d'una separazione si confonde con un desiderio di auto-determinismo.

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  5. La coscienza di questo ci dà gambe più forti sulle zattere dell'indipendenza.

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