domenica

Infatti

Domenica pomeriggio.
Pioggia battente da ieri.
Ho chiuso anche la serranda perché gli spifferi sono diventati glaciali
e qui i caloriferi sono ancora spenti.
Sto al computer con un golf di lana largo, una tazza di the accanto e una lucina fioca.

Ascolto le più struggenti canzoni che la musica leggera italiana abbia prodotto a cavallo dei '70.
Quelle di amori infiniti che si allontanano ma non finiscono, di storie impossibili, di "spiegami perché a noi".
Hanno riverberi esagerati e una qualità audio infima.
Roba da vergognarsi e da non non dire a nessuno!

Penso ancora a lei.

La stessa frase neanche due giorni l'ho sentita da Alessandro.
Aveva lo sguardo nel vuoto.
- "Ti ha lasciato lei?" gli ho chiesto
- "Bisogna essere fessi per pensare a una che si è lasciato, non credi?"
- "Infatti" ho ribadito annuendo

Infatti... devo essere fesso.

6 commenti:

  1. Non scrivere più non è la terapia adatta. Non ci sono terapie

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  2. E' successo anche a me, di pensare a chi avevo lasciato. Mi è successo per i due anni successivi. A volte mi succede ancora.
    E' che, sì, certe volte siamo dei fessi, e forse abbiamo paura della felicità. Ma mi sono convinto che se hai lasciato è perchè forse quella felicità non era piena. Forse mancava qualcosa.
    Ho sentito una persona un giorno dire che per avere qualcosa di nuovo e bello bisogna saper lasciar andare il vecchio.
    Lentamente, a manciate, liberati del dolore e apri gli occhi per qualcosa che magari ora hai davanti e nemmeno riesci a vedere. :)
    Abbraccio

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  3. e se banalmente ingenuamente le facessi uno squillo ? Per dire eh lo so lo so 'sto debole per i lieti fini mi frega sempre...

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