martedì

Pensavo di avere un piano B

Credo di aver perso tanta della mia fiducia sul futuro quando ho mosso il primo passo verso la realizzazione di un sogno: comprare una casa.

Una casa tutta mia intendo, un posto al mondo insomma.
Non che abbia grosse aspettative, mi accontenterei anche di quello che in molti definirebbero “un buco”. Purché sia un “buco” grazioso.
Un angolo di mondo con le tende alle finestre, un tappeto tra il divano e la libreria, una piantana a luce tenue regolabile.
Il minimo insomma.
Prenderei poi un servizio di piatti a forma quadra per la cucina, le bacchette profumate in bagno e un impianto stereo in sala.
Coi giusti tempi penserei infine al forno, il futon in camera e l’abbonamento al National Geographic Channel.

Ma anche i sogni si spengono davanti una proiezione di 800 euro al mese per trentanni. L'impiegato, il family banker si chiama così, ha pronunciato la mia condanna.
Non ce la posso fare, non mi è permesso. Anche eliminando tutte le cene fuori e gli acquisti fuori budget, il mio stipendio non me lo consentirebbe.

Non da solo.

Pensavo che se un giorno dovessi rimanere con il mio vuoto… beh ecco, io pensavo di riempirlo con abiti firmati, una moto sportiva e camminando a pieni nudi sul parquè di casa.
Pensavo di avere un piano B.
Pensavo di avercelo, pensavo di meritarmelo.
Pensavo.

3 commenti:

  1. Sorrido.
    Quando ti leggo, e fin'oggi ho letto tutto il tuo blog, ritrovo spesso situazioni che ho vissuto con modalità simili a quelle che racconti.
    Immagino, siano trasposizioni di esperienze per lo più dirette.
    E in questo caso, mi ritrovo a sorridere, amaramente ahimè, per lo stesso motivo.

    Anche io sto iniziando giusto ora a cercare un appartamento, per andare a vivere solo.
    La convivenza con un'amica sta raggiungendo la propria fine. Tanto vale quindi investire qualche soldo piuttosto che gettarli in un affitto, mi sono detto.
    Lo stesso muro impassibile ed impenetrabile mi si è parato davanti. Spaventa. Il tempo, l'impegno, il sacrificio.

    Io la moto sportiva non me la vedevo nel garage.. ma è già tanto arrivare a vedere un garage, in questi termini. Io ho un "vuoto", e quindi, come te, nessun supporto per riempirlo di diversi piani, B, C, D.

    Particolarmente malinconici questi ultimi due pezzi che hai scritto. Eri sparito per un po', lieto che tu sia tornato.

    D

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  2. A volte mi meraviglio che i dettagli dei pensieri che "senza volere" formulo possano essere a comune con i pensieri di altri.
    Altri "umani" intendo.

    Quanto al progetto casa... sono due le frasi ricorrenti.
    La prima delle due è quella stessa che hai scritto tu. Me la ripeto, inesorabilmente ogni 30 giorni, con la mano destra sul tastierino del bancomat:
    "Quest'affitto è un fondo a perdere".
    La seconda, invece, la recita chi, nella desolazione del caso, vuole trasmetterti spirito di condivisione.
    Tu gli racconti che con 800 euro al mese per 30 anni non ce la puoi fare, e lui ti offre un illogico appiglio razionale ad una logica economica palesamente irrazionale: la matematica (finanziaria).
    Quindi io adesso la rigiro a te, suona più o meno in questo modo:
    "ehhhhh (aggrottando la fronte), è così... i primi anni paghi più di interesse che di valore della casa".

    Quindi se adesso stai pensando "e allora? ma che c'entra?!" ti capisco, ma fai finta di annuire. Questione di etichetta.
    E se proprio vuoi sfogarti, butta giù due pezzi malinconici. Non serve a cambiare la situazione, ma magari uno che ha colto il punto lo trovi.
    Lo puoi chiamare anche amico, se vuoi.

    Lieto di queste due chiacchere con te Davide.
    88T

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  3. Mi spiace essermi persa pezzi del tuo blog. E ho scritto 'blog', ma si legge 'vita'.

    In realtà non saprei neanche che dire, mi vedo ancora lontana dal progettare di avere una casa mia. Quindi, forse, non posso "capirti".

    Ma ti sento. E la delusione lascia le tue parole e mi investe.
    Mi dispiace, davvero. :*

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