domenica

La chitarra non mi è mai piaciuta

La chitarra non mi è mai piaciuta.
Un po’ per il suono e un po’ per via di quelli che la suonavano. E la suonavano male.
Sandro, ad esempio. Che lo vedevi di giorno a mare e lo vedevi di notte in piazza, sempre vestito uguale.
Coi piedi sporchi e con quei 4 accordi, a modo suo faceva il “tramp”.
Non ha mai ingannato nessuno e neanche se stesso.

E “le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi”… per carità!

Ma ho riscoperto la chitarra e la potenza dell’arpeggio.
Il pizzico metallico che tocca l’anima.
E se la sapessi suonare, ieri sera, alla festa di fino anno, l’avrei presa e avrei cantato quella di Jovanotti,
quella che fa così...

Buon anno fratello
buon anno davvero
e spero sia bello
sia bello e leggero
che ti porti scompiglio e progetti sballati
e frutta e panini ai tuoi sogni affamati
e ti porti chilometri e guance arrossate
albe azzurre e tramonti di belle giornate
e semafori verdi e prudenza e coraggio
ed un pesce d’aprile e una festa di maggio

L’avrei suonata con tutto l’ardore che si ha ad un “inizio”.
L’avrei suonata per la ragazza con gli stivali viola, che era la più bella alla festa,
così bella che, già lo so, la penserò per un anno intero.
L’avrei cantata con l’emozione di un pensiero:
“E’ per te. Vieni via con me.”


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